Sant’Angelo dei Lombardi, Sant’Andrea di Conza, Bisaccia, Lacedonia: sono questi i paesi dell’Alta Irpinia che ripresenteranno domanda al ministero dell’Interno per il progetto Sprar. Parliamo di un sistema di accoglienza che negli anni ha visto ruotare sul territorio altirpino un centinaio di migranti, ai quali viene riconosciuto lo status di rifugiati o di richiedenti asilo perché provenienti da Stati in guerra, persecuzioni fisiche e politiche. L’unico Comune che si tirerà indietro è Conza della Campania, che stando alla petizione lanciata da un’associazione nella giornata di mercoledì, avrebbe deciso di non proseguire nell’esperienza di accoglienza degli immigrati. Notizia al momento non smentita dagli amministratori.
E pensare che proprio il caso conzano era stato citato persino in un libro-intervista a Fabrizio Barca, il padre della Strategia nazionale aree interne da cui discende il Progetto pilota Alta Irpinia, come esempio di ciò che di positivo si può innescare sui territori a rischio spopolamento grazie alla presenza di nuovi “cittadini”, gli ospiti appunto dei centri Sprar. Barca dice: “Non è un caso, per stratificazioni storiche di migrazioni, che a Conza della Campania ci siano possibilità e capacità di accoglienza potenzialmente interessanti, specie quando i profughi sono gestiti dal sistema Sprar. Ecco Aree interne è il classico contesto in cui si può evitare che i penultimi vadano contro gli ultimi”. Per l’economista c’è del buono da cogliere nella presenza dei migranti in piccoli paesi.
Scelta politica anche per i conzani, quindi, che intercetta evidentemente un sentimento popolare fatto di paure e bisogno di sicurezza e tranquillità. E che mal si conciliano, spesso, con la presenza di stranieri e culture diverse. Anche se innescano opportunità di lavoro (un centro Sprar è comunque una realtà imprenditoriale che dà occupazione a mediatori, psicologi, educatori) e un indotto economico fatto di acquisti e consumi nelle attività commerciali locali. Ma l’integrazione è processo ostico per tutti. A Conza della Campania in questi anni si è pure registrato qualche episodio di cronaca: perlopiù momenti di tensione in occasione di ritardi nel versamento ai profughi del centro dell’obolo mensile previsto dal progetto Sprar.
Attualmente il paese ospita 21 rifugiati, a Lacedonia sono 16 e il sindaco si è detto entusiasta dell’esperienza. Quaranta posti per Bisaccia, 22 beneficiari a Sant’Andrea, tutti minori e che di recente hanno vinto i tornei di beach soccer e beach volley alla Festa del Mare Uisp. Una trentina sono anche i ragazzi che vivono nel centro di Sant’Angelo dei Lombardi, dove è presente pure una famiglia siriana. Numeri affatto eccessivi. E’ ancora in attesa di valutazione invece il progetto Sprar presentato in forma associata dai Comuni di Teora, Villamaina e Torella dei Lombardi. Sarebbe, in caso di approvazione, una nuova apertura.
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