Progetto pilota: ostacoli sulla scuola tra calo demografico e scarse risorse

La complessità del Progetto Pilota per l’Alta Irpinia sta emergendo in tutto il suo vigore. Ieri è stata la volta della scuola. Dopo gli incontri di Nusco si è svolto il summit in Provincia ad Avellino. Progetto pilota complesso perché sulla scuola, come sulla sanità, non si può ragionare senza le deroghe degli enti sovracomunali. Ribadiamo fino alla nausea: la strategia disegnata da Fabrizio Barca doveva e dovrebbe offrire ai territori interessati i fondi per la sperimentazione, al fine di richiedere altri fondi e creare le pre-condizioni per lo sviluppo. E le pre-condizioni sono una sanità accettabile, un diritto allo studio abbastanza diffuso e un diritto alla mobilità. Garanzie che negli ultimi anni, almeno su sanità e trasporti (per non parlare di Giustizia), sono state in parte negate. Ora il gioco è complicato e lo avevamo detto in tempi non sospetti. E’ possibile costruire una sanità e una scuola migliori senza che le regole nazionali o regionali vengano cambiate a beneficio di un territorio svantaggiato? Possibile senza deroghe? Difficile, improbabile. E molti, dissidenti o non dissidenti, hanno spesso detto che sperimentazione vuol dire, nel caso della sanità, ragionare sulla telemedicina e non sul pronto soccorso (è un esempio). Affermazione che non ci convince del tutto; perché nello specifico sarebbero condizioni diverse di sviluppo alternativo, non pre-condizioni per lo sviluppo.

In tutto ciò è andata in scena ad Avellino la consueta riunione. Non esattamente operativa ma importante per gli scenari futuri. Qui il presidente Ciriaco De Mita ha protestato contro la paventata possibilità che Roma non accetti le linee guida disegnate dai venticinque sindaci. Una scuola per ogni Comune, un Agrario a Nusco, per esempio. “I princìpi – ha detto De Mita – erano stati definiti da tutti e accettati. Se il Ministero ha cambiato idea ne prendiamo atto. Vorrà dire che questi fondi ce li faremo dare dalla Regione“. Ha smorzato i toni il funzionario regionale Domenico Liotto: “Costituire l’ambito scolastico dell’Alta Irpinia come previsto dalla Buona Scuola e poi andare a ragionare su questo questioni in Regione Campania“. Tiepido anche il presidente della Provincia, Domenico Gambacorta, che si è detto concorde sulla strada di Liotto.

Invece il sindaco di Sant’Angelo, Rosanna Repole, ha chiarito “C’è bisogno di uno screening del territorio prima di chiedere le deroghe, non è detto che servano per ogni singolo caso. Dal Ministero non è cambiato nulla, le indicazioni erano quelle. Va solo capito che la scuola del Progetto Pilota deve giocarsi tutto sull’ innovazione e per noi innovazione è garantire nei paesi dove c’è difficoltà oggettiva di mobilità che per lo meno fino a sei anni abbiano la possibilità di andare a scuole“.

Insomma, non una battuta d’arresto ma un ulteriore ostacolo in un clima già difficile visti i rapporti tra sindaci. Una riflessione però ci sarà consentita. Ha senso ragionare così animatamente di scuola, e soprattutto in questi termini, quando la demografia dice che bambini e ragazzi diminuiscono? E’ pur vero che industria, agricoltura e turismo non rientrano direttamente nelle “competenze” del tavolo de venticinque sindaci, ma forse sarebbe opportuno concentrarsi sulle fabbriche e sulle aree industriali che chiudono pressando la Regione o altri enti (su banda larga, incubatori di impresa, possibilità per start-up di insediarsi nei numerosi plessi vuoti). Doveroso lavorare mettendo da parte la guerra dei Gal sulle reali possibilità per coltivatori e allevatori. Oppure, in aggiunta, spingere su quel famoso distretto turistico perché possa entrare nel vivo o quantomeno prepararsi in vista della partenza. Insomma, ragionare sulle pre-condizioni per lo sviluppo va anche bene (non abbiamo la presunzione di dire chi ha torto e chi ha ragione tra Ministeri, sindaci o Regione). Ma nel frattempo le risorse economiche continuano a non girare tra i venticinque comuni. Per dirla in maniera spicciola, i nostri possono inventarsi tutte le strategie possibili ma… Cui prodest?

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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