Primo giorno di Sponz, la festa e il Formicoso

Arrivare in quello che sembra un parcheggio e trovare un signore distinto bloccato in auto. “Stu cazz re Capossela, hanno transennato tutto”. Continuare a girare e poi trovare un parcheggio migliore, ma lontano dal centro di Andretta. Entrare nel primo bar per un caffè, la prima notte dello Sponz Fest è troppo lunga. Il barista te lo serve quasi controvoglia, sbuffa all’avventore che chiede le chiavi del bagno. Pensare: “Ecco, la solita festa di paese con tutti i suoi soliti disservizi”.

Incamminarsi poi dubbioso lungo la via che porta alla sala del veglione e al centro storico di Andretta. Rendersi conto che la gente inizia a sorridere sempre più man mano che ci si avvicina al cuore pulsante dello Sponz. Poche le bancarelle, i venditori di palloncini neanche ci sono. Ma quelli di noccioline non mancano. E non manca la porchetta. E questi stand non sembrano i soliti. E la festa del paese non è quella solita. Le majorettes percorrono le strade di Andretta, inizia a comparire Vinicio Capossela a sorpresa o forse no. Sale sul palco, legge “Il paese dei coppoloni”, canta accompagnato dalla banda.

Si trasferisce nella sala del veglione, lo scambio di doni e omaggi col sindaco e con «Ciccillo Ristorante». Qualche anziano va via, qualcuno non si diverte. Ma ragazzi e visitatori cominciano ad arrivare e sono già e ancora le 23.30. Vari gruppetti dal Nord Italia, diversi dal resto della regione e dalla Puglia. L’anima aggiunta dello Sponz sono loro, che consentono al festival di uscire dalla dimensione paesana. E questa assume un altro tono, pur mantenendo in apparenza le caratteristiche della festa paesana. E allora dopo le danze al Veglione e sotto la balconata di un bar-ristorante-albergo-tabacchi, eccoci di nuovo in piazza per una grande quadriglia. Capossela avanti e dietro, sul trerrote. Passano e ripassano muli, asini, cavalli.

 

Tutto sta per finire ma sta pure per iniziare. In marcia, a piedi o in macchina, verso le lande desolate e lunari del Formicoso. Lì dove doveva nascere la discarica, lì dove il Zì Rocco che ora serve la stupefacente porchetta con ingrediente segreto ha lottato per Andretta. Qui dove la trebbiatrice volante sta per prendere vita, c’è il palco per la Fanfara Tirana. Perdete ogni speranza di un letto caldo voi che arrivate sul Formicoso. Non ve ne andrete prima del sole. E tra balle di fieno, muli e bar improvvisati e accoglienti, va in scena il primo grande concerto dello Sponz Fest edizione 2015. Capossela instancabile scherza col fieno, un’energia infinita.

Grazie a Mario Pagliaro per la foto in copertina e a Maria Scalisi per l’ultima.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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