Entroterre

Piccoli comuni, l’Irpinia a Roma con criticità e speranze

L’Irpinia a Roma con decine di amministratori. Piccoli comuni sotto i riflettori nell’iniziativa di Poste Italiane “Sindaci d’Italia”. Sul palco ci va anche Michele Di Maio, primo cittadino di Calitri e tra i pochissimi invitati a parlare “live” e davanti al premier Giuseppe Conte e a dieci ministri. Aree interne il tema centrale. I problemi dei borghi che rischiano di scomparire ma anche l’impegno di Poste Italiane che prova a non chiudere, anzi ad aprire. Oppure a rivitalizzare un ufficio postale attraverso l’arte, è proprio il caso di Calitri.

In prima linea per l’ambiente, dalla lotta alla discarica a quella contro l’eolico selvaggio. Puntiamo su cultura e turismo ma non basta“. Di Maio fa riferimento alla strategia nazionale aree interne. Non basta e lo ripete davanti al Governo intero. “Dopo cinque anni di Snai il lavoro non aumenta. E servizi non sarebbero sufficienti a far restare le persone“. E’ l’intervento più critico. I colleghi che lo avevano preceduto sorridevano. Amministrano borghi come Calitri ma non lontano dalle cascate delle Marmore, Spoleto e Norcia. E’ il caso di Vallo di Nera. E un postamat, per la sindaca Agnese Benedetti, è una conquista che serve a un turismo costante. Solo un esempio. Uno solo. Per dire che i piccoli comuni saranno pure uguali, ma qualcuno al Sud è più piccolo di altri.

Si lotta contro tutto e tutti. Contro lo spopolamento e a difesa dell’ambiente, per tenersi gli imprenditori o per farli arrivare. In Irpinia è lotta costante e il Di Maio meno sorridente degli altri è fisiologico. Dal palco del centro congressi “La Nuvola” la sua è una denuncia vera e propria. E la giornata di festa delle Poste e dei Borghi assume un doppio significato a seconda di chi si presenta dietro al microfono. E non è un caso che un altro meridionale, Antonio Decaro di Bari, utilizzi toni alti e formule incisive. La conclusione è sempre la stessa: “Servono investimenti”. Lo ascoltano molti amministratori irpini. Dall’Alta Irpinia con Stefano Farina, Giovanni Boccella, Gianluca Antoniello, Antonio Di Conza. Per Teora, Castelfranci, Sant’Angelo dei Lombardi, Lacedonia. C’è anche il sindaco di Caposele, Lorenzo Melillo, che restare nella capitale per i problemi legati all’acqua e alla Pavoncelli Bis.

Il Governo intanto fa la parte del Governo, in sala. Difende manovra e misure. E lo fa in una giornata non semplice dopo la mazzata dell’Umbria, altra regione di tanti piccoli comuni. Poste Italiane muove invece i dati.  All’indomani del primo incontro con i “Sindaci d’Italia”, risalente al 26 novembre 2018, Poste Italiane ha realizzato tutti gli obiettivi a suo tempo presentati.

Oltre a mantenere la promessa di non chiudere alcun ufficio postale, nel corso dell’ultimo anno sono stati realizzati 900 incontri con amministratori locali, coordinati dal nuovo ufficio istituito a Roma con il compito di mantenere aperto e costante il dialogo tra Poste e le comunità sul territorio.

Installati 614 Atm Postamat; attivati servizi a domicilio e presso esercizi convenzionati nei Comuni privi di ufficio postale; collegati 5.688 spot WI-FI negli uffici postali di 5.051 Comuni; eliminate 574 barriere architettoniche in 549 Comuni; potenziati 219 uffici postali in 211 centri turistici; installate 3.751 nuove cassette postali e 3.793 impianti di video sorveglianza; attivati 119 servizi di tesoreria; donati 13 immobili ai Comuni per attività di interesse collettivo; realizzati 15 murales per migliorare il decoro urbano degli uffici postali periferici. In controtendenza rispetto ai Governi dei tagli, soprattutto per i piccoli. Non si esce vivi dalla spending review.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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