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PD: De Blasio ha scelto i 4 nomi, minoranze in rivolta

Pentole e posate alla Festa dell’Unità di Bologna durante l’intervento del ministro Stefania Giannini. Urla e spintoni ad Avellino, all’ex Asilo nido “Patria e Lavoro”, nel corso dell’assemblea provinciale del Partito Democratico.
Apertura affidata alla presidente del partito Roberta Santaniello, poi l’intervento del segretario Carmine De Blasio che ha messo sul tavolo i quattro nomi per le Regionali da portare domenica mattina alla Stazione Marittima per la definizione ufficiale delle liste.
“Abbiamo scelto Enzo De Luca, Rosetta D’Amelio e Beniamino Palmieri – ha spiegato De Blasio – lasciando alle minoranze la possibilità di indicare una donna. Non abbiamo ricevuto risposta per cui, per tutelare anche loro, il quarto nome diventa quello della presidente del partito Roberta Santaniello”.
Minoranze sul piede di guerra e mal di pancia pure nelle fila della maggioranza. La mossa del segretario non è piaciuta a chi da tempo aveva scommesso sul nome di Francesco Todisco e mandato in giro per l’Irpinia la sua Ape Rossa. E infatti a partire dall’area Fierro si è insistito sulla sua candidatura chiedendo che fosse messa ai voti.
Durissimo l’intervento di Vanni Chieffo che ha annunciato le dimissioni dall’assemblea provinciale. Contrariate – tra gli altri – Rosanna Repole e Valentina Paris. Quest’ultima ha chiesto la verifica del numero legale, oltre al voto sulla proposta Todisco. “Mi dispiace constatare che stiamo dimostrando di non essere in grado di decidere in autonomia, perché non tutti sono stati coinvolti” – ha dichiarato la responsabile Enti Locali del PD nazionale. “Non ci sto a fare la figura dello scemo del villaggio – la replica di De Blasio – Se avessi portato una lista aperta di sei o sette nomi mi avreste accusato di non aver scelto”.
Rifiutata la verifica del numero legale che – a detta del segretario – non aveva ragion d’essere dato che la decisione finale sulle proposte spetta a Napoli o Roma. Agli atti un documento corredato da 25 firme a sostegno di Todisco. Bocciata però per alzata di mano la proposta di votare sul nome dell’ex vicesegretario provinciale. Voto finale: 46 sì e un astenuto, meno di quanti avrebbe richiesto il rispetto del numero legale.
In attesa che si pronunci Napoli, 36 ore di fuoco attendono il PD irpino.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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