‘Lioni non è un borgo, qui serve immaginazione’

A metà gennaio partirà il nuovo tesseramento, in questi giorni invece il direttivo della Pro Loco Lioni inizia il suo terzo anno di mandato. Una cittadina, quella lionese, che per via della vocazione commerciale ha risentito forse più dei comuni limitrofi, degli effetti della crisi. Anche per la Pro Loco, attualmente guidata da Sabatino Fonso, non sono mancate le difficoltà. Composta da 30-40enni, tutti alla prima esperienza, l’associazione ha dovuto operare in un contesto molto diverso da quello di altre realtà altirpine. “Lioni non è un borgo, non ha castelli da valorizzare, qui per una Pro Loco è tutto più complicato”.

Sabatino, avete cercato di mettere in piedi collaborazioni con le altre Pro Loco dell’area? Ce ne sono alcune con alle spalle diversi anni di esperienza e risultati importanti.
Sì. Quando ci siamo insediati abbiamo preso l’iniziativa, assieme ai colleghi di Conza, di creare una sorta di coordinamento delle Pro Loco altirpine che andasse da Castelfranci a Calitri. L’idea purtroppo non si è concretizzata. Però con alcune realtà siamo rimasti in contatto: ci scambiamo visite e partecipazioni a eventi, da quelle più grandi e storiche (Nusco e Sant’Angelo ad esempio) prendiamo consigli, suggerimenti e mettiamo in comune le competenze.

Questa Pro Loco ha speso molte energie nell’organizzazione della festa dell’8 dicembre, “La Madonna de lo fuoco” con risultati interessanti. Da dove è nata l’idea?
Lo stimolo ci è stato dato dal Comune che ha interpellato le associazioni sul cartellone degli eventi lionesi. Da lì il progetto di ridare dignità all’8 dicembre lionese ha preso corpo anche grazie
alla collaborazione con il Forum dei Giovani che è l’associazione con cui, oltre all’Anpas presieduta da Paolo Ciccone, abbiamo lavorato di più in questi anni. Il risultato è stato incoraggiante.

Può diventare questo l’evento dell’anno a Lioni?
Ha la carte in regola per esserlo, ma dobbiamo riuscire a riempire di contenuti l’intera giornata creando un ponte tra la corsa dei falò della mattinata, che anno dopo anno cresce per numero di iscritti, e il programma della serata con l’accensione dei fuochi.

In questo può essere utile la collaborazione delle altre associazioni. C’è un sano associazionismo a Lioni?
C’è un associazionismo vivo. Manca però il coordinamento tra le diverse realtà, ci si muove ancora troppo autonomamente.

Nel 2016 a Lioni si voterà per le comunali. Al di là di chi amministrerà il paese nei prossimi anni, cosa si augura la Pro Loco per il futuro?
Di sicuro Lioni non può competere per forza e appeal con altre realtà dell’Alta Irpinia. Perché Lioni non è un borgo, non ha castelli da valorizzare, qui per una Proloco è tutto più complicato.
C’è bisogno di inventiva, di immaginazione, di ascolto continuo e una progettualità che duri tutto l’anno. C’è bisogno di trovare interlocutori in grado di fare delle scelte coraggiose e con competenze da mettere al servizio della comunità e anche della Pro Loco. Una buona idea per realizzarsi ha bisogno di risorse.

Voi siete tutti 30-40enni. Perché oggi i più giovani dovrebbero decidere di restare qui?
Perché non possiamo permetterci l’errore di chi ci ha preceduto e ha lasciato ad altri il diritto di decidere che direzione imprimere al futuro di questa terra. Dobbiamo capire che non siamo noi la generazione dei terremotati, non lo siamo più. Adesso è il momento di scrollarsi la polvere delle macerie di dosso e iniziare a difendere questo territorio.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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