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‘L’eredità dello Sponz, sfida impegnativa per tutta l’Alta Irpinia’

Si è appena conclusa la quinta edizione dello Sponz Fest, e come spesso accade oltre a leggere i numerosi post di ringraziamento sui social dei tanti protagonisti, si inizia a ragionare anche di bilancio e di prospettive. Anch’io ho deciso di entrare nel dibattito pubblico, per stimolare e se possibile avviare delle riflessioni sul tema. Sono convinto, e questo lo professavo già quando ero alla guida di questa possente macchina, che lo Sponz Fest si presta ad avere un eredità pesante e lasciare aperte molte questioni sul territorio irpino e non solo. 

Partirei dal fatto che la cultura oltre a produrre relazioni, deve anche produrre reazioni. Lo Sponz Fest, come è noto a tutti, produce miriade di relazioni: tra i volontari che vengono da tutta Italia, tra gli artisti che si esibiscono, tra i visitatori che raggiungono l’Irpinia. All’appello mancano le relazioni istituzionali tra il comune capofila ed gli altri comuni, ma questo è cosa nota e merita un discorso a parte. Mentre per il secondo aspetto quello della reazione, bisogna ancora lavorare. Le reazioni devono essere più interne al territorio, si devono produrre in loco, devono avviare una nuova imprenditorialità, nuove professionalità, devono generare ricadute sul territorio e devono ricercare nuovo pubblico. 

Ma ancora devono stimolare la pubblica amministrazione, in questo caso i comuni dell’area, nel pensare a progettualità in grado di supportare lo Sponz Fest o eventi come questi, con interventi strutturali ed infrastrutturali. Ad esempio, proprio tu caro direttore, sulle colonne del giornale nel “diario Sponz” scrivevi di aver incontrato difficoltà nel raggiungere determinati luoghi.

Ebbene sarebbe opportuno, in un ottica di valorizzazione vera di alcune aree, di investire in segnaletica stradale, al di là dello Sponz Fest, segnaletica che duri tutto l’anno. Quindi intraprendere dei progetti, magari finanziati dai Por, sul versante di riconoscibilità  ed accessibilità dei luoghi, alcuni di questi luoghi messi in luce propio dallo Sponz Fest. Questa potrebbe essere una prima eredità, tra le più semplici, ma più tangibili che lascia lo Sponz ai Comuni. 

Il ragionamento vale per il lago delle canne o per la segnaletica del sentiero della cupa per stare sempre a Calitri. Ma ancora per l’Abbazia del Goleto ed altre eccellenze architettoniche e storiche di questo territorio. 

A proposito di beni culturali, ho trovato alcuni siti archeologici, castelli e musei della zona, chiusi nella settimana dello Sponz. Altra eredità che ci lascia il festival è la valorizzazione di questi luoghi e loro piena fruibilità sempre. Nel migliore dei casi, seppur aperti, avevano sbiaditi cartelli informativi. 

Un aspetto importante che lascia in eredità lo Sponz Fest è il bel numero di presenze che risiedono in questi territori durante il festival. Eredità in termini di denaro nelle casse delle tante attività ricettive ed eredità in termini di visibilità o di marketing territoriale, come viene chiamato dagli esperti. Sul punto bisognerebbe adottare strategie comuni per migliorare la qualità dell’offerta, monitorare le attività e le presenze, per capire se il servizio offerto corrisponda alle aspettative. 

 

Altra eredità è l’integrazione e interazioni delle comunità locali con l’evento. Spesso si rischia di percepire eventi di questa portata come imposti o decisi altrove. Ma, ancor,a tutto ciò che lascia lo Sponz deve generare cultura e reazioni culturali. Per stare sul punto, ad esempio, la sezione SponzArti dovrebbe confrontasi ed avere visioni comuni con i musei, le scuole d’arte e gli artisti-artigiani del luogo, al fine di valorizzare sia il loro lavoro che il lavoro che si realizza nella settimana dello Sponz, anche per far fruire le opere prodotte così come state concepite.

L’eredità del festival risiede anche nella ferrovia Avellino Rocchetta, se pur attivata dai finanziamenti dalla Regione Campania e fortemente voluta dal governatore Vincenzo De Luca. Sta allo Sponz e alle tante associazioni locali il sogno del treno. Non a caso la seconda edizione dello Sponz Fest si intitolavaMi sono sognato il treno, edizione questa molto compressa che vide la partecipazione di ben nove comuni nel partenariato con il comune capofila. 

Da oggi in avanti bisogna pensare insieme alla Regione e alla fondazione FS ad un modello integrato di gestione e di offerta turistica legata proprio alla ferrovia, per generare forti reazioni territoriali. In poche parole l’eredità dello Sponz Fest è variegata e complessa, sta a noi che viviamo questi luoghi cogliere le opportunità e saper leggere il futuro in maniera diversa. 

Giuseppe Di Guglielmo

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