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La clinica Malzoni e il pericolo fallimento, trattativa in corso

“Se non si riduce il costo del personale si rischia il fallimento”. Esordiscono cosi i vertici della Malzoni nel corso dell’incontro di questo pomeriggio con le organizzazioni sindacali.

Un appuntamento impegnativo e complicato che ha tenuto incollati alle poltrone amministratori della Malzoni e sindacalisti. Un faccia a faccia senza precedenti nella storia della sanità privata per l’ importanza e la delicatezza delle problematiche affrontate.

Si cerca in tutti i modi di trovare un punto di incontro,vengono intavolate proposte di ogni genere, ma la sostanza non cambia. La situazione debitoria della clinica Malzoni persiste nonostante questo mese il bilancio della clinica sia passato in attivo.

Entro il 28 luglio 2015 l’Azienda deve presentare un piano di rientro che attualmente non è ancora pronto per evitare il fallimento. A rappresentare la clinica Malzoni l’amministratore delegato Salvatore Bilancio, il dottor Savino, che cura il concordato preventivo, il capo del personale dottor Biagio Chirco ed il direttore sanitario dottor Pennelli. Questa la proposta dell’ amministrazione ai lavoratori: sei ore di lavoro in più settimanale non retribuito, la rinuncia al premio di produzione che cade ogni luglio dell’ anno, la rinuncia dell’ indennità di mensa equivalenti a circa 60€/80€ caduno,la rinuncia del 50% della tredicesima. Un enorme sacrificio chiesto ai lavoratori dell’Azienda che ha durata di sette anni.

“Un accordo improponibile – dichiara il segretario provinciale della UIL sanità privata Stefano Caruso – con troppe rinunce e pochi vantaggi per i dipendenti della clinica. Capisco le difficoltà dell’ azienda ma non si può chiedere ai lavoratori l’ impossibile. Qui si tratta di rinunciare a buona parte dei propri diritti alla stregua della dignità lavorativa e della professionalità”. In questa atmosfera di imbarazzo e di disagio giunge la controproposta delle organizzazioni sindacali. I lavoratori dovranno vagliare due ipotesi: la prima prevede tre ore di lavoro in più settimanali per tre anni e mezzo, la seconda invece comprende la rinuncia al premio di produzione di luglio, la rinuncia all’ indennità di mensa e la rinuncia di due giorni di ferie all’ anno. Il tutto per la durata di sette anni. Ma alla base di entrambe le opzioni, che i lavoratori valuteranno lunedi nel corso di un’ assemblea, viene accolta la proposta di Stefano Caruso della UIL ossia: l’ assunzione part time delle 57 lavoratrici interinali dal primo luglio al 31 dicembre 2015. E successivamente l’ assunzione delle stesse a tempo indeterminato a partire dal primo gennaio 2016. “Una battaglia questa – conclude Caruso – che,insieme alle altre organizzazioni sindacali, portiamo avanti da anni e questa è l’ occasione giusta per pareggiare i conti una volta per tutte. Per tutte le organizzazioni sindacali l’ assunzioni delle lavoratrici Tempor è stata una priorità perché per chi fa il nostro mestiere non esistono lavoratori di serie A o di serie B. Per noi sono tutti uguali e a tutti vanno garantiti gli stessi diritti”.

Entro mercoledi i lavoratori comunicheranno la loro decisione all’Azienda. Se la Malzoni dovesse accettare il passo successivo sarà quello di presentare il piano di rientro con l’augurio che i commissari del tribunale accettino il concordato preventivo. Solo allora si potrà dire scampato il pericolo del fallimento. Nel frattempo la clinica, a partire dal primo luglio, sospenderà temporaneamente il reparto di rianimazione che sarà trasferito al secondo piano insieme al personale e ai posti letto monitorati. Il tutto pensato nell’ ottica del risparmio per rientrare nel piano di rientro.

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