Mara Vitale è la responsabile dello Sportello Immigrazione della Cgil. Nessuno meglio di lei conosce la situazione dei giovani che, quotidianamente, arrivano in Irpinia in cerca di una nuova vita. A lei abbiamo chiesto notizie su quanto accaduto ieri in Alta Irpinia dove un gruppo di profughi, appena arrivati tra Lacedonia e Bisaccia, ha tentato di scappare attraversando il Formicoso.
Dott.ssa Vitale, una situazione particolare quella che si è verificata ieri ma che, sfortunatamente, non ci stupisce.
Sono rimasti solo in due. Il gruppo veniva dal Sudan e dall’Eritrea. Purtroppo o per fortuna questi giovani, quando partono, hanno già una destinazione. Vogliono raggiungere familiari o amici che sono già in Europa per cui, la maggior parte, come è chiaro e come è accaduto ieri, non ha intenzione di rimanere in Irpinia.
Al loro arrivo in Alta Irpinia sono apparsi spaesati e forse anche spaventati, a disagio in un luogo che, evidentemente, non poteva offrire loro molto.
Non direi questo. Immaginiamo che l’Alta Irpinia, al pari degli altri luoghi in cui vengono ospitati, sia un posto comunque migliore di quello dal quale sono partiti. Non credo fossero spaventati. Spesso manifestano un po’ di intolleranza già al loro sbarco a Salerno semplicemente perché non vogliono essere identificati per poter essere liberi di recarsi altrove. Poi è ovvio che si sentissero spaesati, dopo un lungo viaggio e tantissime difficoltà è comprensibile.
Al di là del singolo caso la situazione in Irpinia sta diventando complicata.
Si, decisamente. Si stanno creando, però, altre strutture di accoglienza. La necessità maggiore resta quella di entrare “nell’ordine delle idee dell’ospitalità”. A Flumeri, a Venticano ci sono troppe presenze ma dobbiamo anche dire che c’è un riciclo: alcuni arrivano, altri vanno via.
Cosa pensa dell’idea di affidare questi ragazzi ai privati?
Non credo sia una buona idea. Sono dell’avviso che questa sia una questione estremamente delicata da trattare con l’aiuto di esperti del settore. I ragazzi hanno storie e provenienze diverse, ed è importante tenerne conto. C’è bisogno di competenze specifiche come quelle dei mediatori culturali, ad esempio.
A tal proposito, non crede che, vista la mole del problema, ci siano pochi mediatori qui in Irpinia?
Si, potrebbero essercene di più ma vorrei anche dire che, quelli che ci sono, fanno un lavoro straordinario. Spesso si sostituiscono alle cooperative. Ormai ci sono professionisti che vivono letteralmente per aiutare questi ragazzi.
Il sindaco di Bisaccia, Arminio, ha detto che il suo paese è allo stremo e che non ce la fa più ad ospitare profughi. Cosa pensa?
Non ho approfondito questa dichiarazione ma mi sento di dire che i piccoli comuni non possono farcela da soli, sono in una posizione troppo difficile. E’ il momento di allargare il cerchio dell’ospitalità per evitare il sovraffollamento.