Categories: Spettacoli e cultura

Godot Art Bistrot: dal Belgio i Joy as a Toy, dietro le pelli il batterista di Mark Lanegan

Domenica, 15 aprile alle 22, sul paco del Godot Art Bistrot, in via Mazas ad Avellino, arriva il rock psichedelico dei Joy as a Toy, band belga capitanata da Jean-Philippe De Gheest, batterista di Mark Lanegan. Al suo fianco, Gilles Mortio (bassista e cantante), David Picard (tastiere) e Lola Bonfanti (tastiere e voce).

 

Negli anni, i quattro hanno dimostrato la loro eccezionale bravura nell’universo jazz, dove l’improvvisazione e la libertà di espressione tende a prevalere. I due album registrati e pubblicati con la Cheap Satanism Records («Valparaiso» nel 2010 e «Dead As A Dodo» nel 2012 con Pierre Vervloesem che suona il basso e un repertorio liberamente ispirato alle colonne sonore dei film horror) hanno aperto le porte alle orecchie che adorano sia il punk di David Byrne (Talking Heads), l’irriverenza ribelle di Deerhoof o  gli euforici Stereolab.

Ispirato ai film fantasy e galvanizzato da melodie esotiche, Joy as a Toy rinnova il rock con una preferenza per l’avventura e percorsi alternativi. Favorendo i viaggi senza bussola, la band di Bruxelles ignora ogni trappola, basandosi sul suo istinto: consapevole del tempo e con una conoscenza unica del groove.

 

Con «Mourning Mountains», il loro ultimo album parzialmente registrato a Hoboken da Pascal Deweze (ex Metal Molly, produttore di Bed Rugs e The German’s i.a.) e in parte a Bruxelles da Pierre Valfrey,  Gilles Mortio, la band trasforma la sua musica virtuosa in qualcosa di più melodico, accessibile alle orecchie di tutti i curiosi. Ecco un disco caleidoscopico che, mentre lascia che un briciolo di ansia attraversi le sue tracce, le trascende nel modo colorato del Day of The Dead messicano e si concede il più esaltante dei contrasti. Il suo basso sensuale e contagioso (Ghost Train) o  i suoi cori celesti (Cowboy Mode, Madhouse o Hipsters of the Apocalypse  con Françoise Vidick) sono parte integrante di questo viaggio onirico nel cuore dei tropici immaginari.

Non è necessario mettersi la cintura di sicurezza: il decollo è immediato! Otto tracce luccicanti che professano gioiosamente e armoniosamente la giocosità di un quartetto la cui apparente casualità è la squisita ciliegina sulla cima di un’architettura pop precisa, raffinata e padroneggiata.

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