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De Magistris: ‘I sindaci leghisti sono antimeridionali’

L’integrazione nelle aree rurali è possibile, perché è possibile ovunque”. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha incontrato ad Avellino alcuni amministratori locali che negli ultimi anni, per far fronte all’arrivo dei migranti nella nostra provincia, hanno aderito agli Sprar e ai Cas. Il tavolo “Immigrazione e integrazione sociale nelle aree rurali”, promosso dal Gal Partenio, ha voluto mettere a confronto i diversi modi di fare accoglienza, attraverso il contributo di volontari, coordinatori dei centri e amministratori. L’immigrazione non è l’emergenza del momento, anzi può diventare la forza dei piccoli ma anche dei grandi centri, in particolare del Sud Italia. È quanto emerso dal confronto e dalle parole del primo cittadino partenopeo che porta l’esempio del modello adottato a Riace ed evidenzia i primi sintomi di una propaganda, quella di Salvini, che secondo lui inizia a sgretolarsi. “Chi arriva in Italia può essere anche elemento di ricchezza, forza lavoro, e rimedio al calo demografico. Da subito mi sono schierato con Mimmo Lucano, perché il vero problema non è l’immigrazione ma l’emigrazione. Riace era diventato un paese desertificato e il sindaco, con un modello efficace, l’ha reso di nuovo vivo. Il problema è una classe dirigente meridionale che per troppi anni ha fatto fuggire i giovani dal Mezzogiorno e l’immigrazione può far fronte alla desertificazione di alcune aree, soprattutto interne. Bisogna saperci lavorare insieme ai cittadini e non andare avanti a slogan”.

 

Sugli amministratori del Sud che scelgono di aderire alla Lega, ha detto “sono l’antitesi dell’essere meridionali. Anche dal punto di vista antropologico, oltre che politico, ci sarebbero problemi, perché non penso ci si possa affidare a chi prima ha costruito la sua fortuna politica contro il Sud Italia e ora per essere leader nazionale se la prende con chi ha la pelle nera. Il Sud che vogliamo è fatto di integrazione e identità, non di muri e filo spinato. La Lega al Sud sta caricando la destra peggiore e gli ambienti opachi, ma a Napoli non avanza. Altrove può essere sconfitta con una politica credibile e alternativa. Ci vorrà un po’ più di tempo rispetto a Renzi, ma anche Salvini sarà sconfitto”. Sottolinea la sua posizione di apertura a modelli di inclusione anche con il nuovo progetto di piazza Garibaldi che la renderà un centro di attività economiche e culturali e di aggregazione “a giugno consegneremo una piazza completamente rifatta, poi la sfida sarà quella di mettere insieme le persone. Se la vinciamo, la stazione di Napoli può diventare una grande potenza. Una zona nella quale i governi precedenti hanno fatto errori clamorosi, come concentrare circa duemila persone in poche strade e qualche albergo per poi dimenticarsene. Questo è un modello di accoglienza che non ci piace, perciò lavoriamo per la coesione e l’integrazione. Grande sostegno ci arriva anche dalle comunità di migranti che lavorano con noi ad una sicurezza partecipata come sarà per piazza Garibaldi, che ospiterà anche un mercato multietnico di qualità. Sfide complicate ma che contrastano la propaganda di chi vuole costruire rancore e ci vuol far credere che l’infelicità non deriva dalle disuguaglianze del sistema, ma dagli africani”.

 

Il modello Sprar, un’accoglienza controllata con figure professionali che portano avanti il percorso di ogni singolo migrante per l’inserimento nella società e nel mondo del lavoro, nel dibattito analizzato come strumento di arricchimento per le aree interne. Insieme al Gal, prendono vita progetti per riqualificare i servizi e ricollocare le attività produttive delle piccole realtà della nostra provincia. “Nella quale viviamo i fenomeni dell’invecchiamento, dell’abbandono e della desertificazione – ha detto la coordinatrice dello Sprar di Torrioni, Adele Galdo -. Il vero problema non sono i migranti, ma i servizi che mancano nella nostra terra. Noi abbiamo trasformato un progetto di accoglienza in sviluppo del territorio. Dal 2016 abbiamo accolto circa trenta ragazzi che oggi sono integrati, hanno il permesso di soggiorno e lavorano. La legge Sicurezza va a potenziare la parte malata dell’accoglienza che lucra sull’immigrazione. Non prevede la protezione umanitaria e ciò rischia di mandare all’aria l’inserimento dei ragazzi che tornano ad essere clandestini”.

 

Anche il presidente del Gal Partenio, Luca Beatrice, sostiene che l’immigrazione sia una possibilità di sviluppo per l’Irpinia “basta saperne gestire i flussi e lo Sprar è emblematico in questo senso. Nella nostra area ne abbiamo cinque più due Cas. Esempi di belle esperienze di integrazione, con interscambi positivi dal punto di vista culturale ma anche economico. Ma la legge Sicurezza, depotenziando lo Sprar, non aiuta. Bisogna rimettere al centro della discussione sull’accoglienza sia la questione etica che quella economica, garantendo in questo modo la sicurezza ai cittadini”.

Sabina Lancio

Ha da poco conseguito la laurea magistrale in Teoria dei linguaggi e della comunicazione audiovisiva all'Università degli studi di Salerno. Le piace scrivere e, in generale, lavorare nel mondo della comunicazione, conoscere nuove persone e intraprendere nuovi percorsi.

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