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Cento chilometri sul carretto, la Juta di Montevergine è anche questo

Da Pompei ad Ospedaletto d’Alpinolo e poi su, fino a Montevergine. Cento chilometri a bordo di un carretto, ad un’età anche piuttosto avanzata. Ma per la Madonna Nera, questo ed altro. C’è Giovanni, cappello da cow boy, ma non solo. Sono in tanti ed hanno già cominciato il “viaggio” verso il Santuario di Mamma Schiavona, per la grande festa del 12 settembre. Sono passati per Contrada, piccolo paese vicino Avellino. E tanta gente li ha notati, fermandosi a parlare con loro, fotografandoli, facendo sentire subito tutta la grande accoglienza di cui è capace la gente irpina. Trascorreranno, come fanno ormai da una vita, cinque giorni in quel di Ospedaletto, proprio ai piedi del luogo sacro.

Cinque giorni durante i quali saranno in buona compagnia, tra musica, canti, balli, circhi di strada e saltimbanchi. Per tre giorni, infatti, Ospedaletto d’Alpinolo rivive la tradizione dell’ospitalità nei confronti dei pellegrini, sempre più numerosi, che salgono a piedi o carri e carretti, verso Montevergine la notte tra l’11 ed il 12 settembre. Da domani, sabato 10 settembre, a domenica, è tempo di “ ‘A Juta a’ Montevergine”. Il centro storico di Ospedaletto, le piazze, i borghi, saranno aperti per tutto il giorno e per tutta la notte, cosi come lo saranno le botteghe, le case, i portoni, i negozi. Accoglienza, così come si fa dal 1100. La musica sacra risuonerà tra le strade. Senza palchi, a contatto diretto con le persone, con la gente, con il popolo della “Juta”. Spazio alle paranze, ai canti a fronne dai balconi, al circo di strada. Spazio a Marcello Colasurdo, alla famiglia Bevilacqua, alla Paranza ro’ lione o a quella dell’agro. Il tutto in attesa delle 3 di lunedì mattina, quando in piazza Demanio, ad Ospedaletto, si raduneranno tutti per salito al sacro Monte di Vergine, per un percorso, tutto in salita, di circa 6 km. Quest’anno, dopo tantissimi anni, ritornerà un’antica tradizione: gli abitanti di Ospedaletto, prima della salita al Monte, offriranno ai pellegrini brodo di gallina caldo.

Inoltre, il Comune, con il sindaco Antonio Saggese in testa ed i consiglieri Nadine Sirignano e Carlo Preziosi, ha ufficializzato che Ospedaletto è un paese contro l’omofobia e la violenza sulle donne. Proprio per questo motivo, ha donato a due associazioni – Casa sulla Roccia e Demetra – la struttura dove il 14 settembre prossimo nascerà ufficialmente la prima casa rifugio per donne maltrattate, intitolata alla memoria di Antonella Russo, giovane di Solofra uccisa dal compagno della mamma per difendere quest’ultima dalle violenze del bruto che aveva accanto. Infine, tutte le massaie del posto, durante i tre giorni della 18^ edizione della “Juta”, cucineranno la pasta all’Amatriciana. Su ogni piatto, due euro saranno devoluti alle popolazioni colpite dal terremoto al Centro Italia.

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