Caos Ramadan, Cgil: ‘Cooperative inadempienti’

Nuovo presidio dei richiedenti asilo davanti alla Prefettura di Avellino, dove questa mattina gli ospiti dei centri di Serino e Monteforte Irpino hanno inscenato un sit-in di protesta. Denunciano la mancanza di informazioni sull’iter burocratico del loro status di profughi in attesa di permesso di soggiorno e pasti non adeguati. Nello specifico, i richiedenti asilo che stanno osservando il Ramadan starebbero ricevendo come pasto serale solo un bicchiere di latte. Le strutture sono gestite dalla cooperativa napoletana Family che ospita 49 pakistani a Monteforte Irpino e 28 a Serino.

La nota della Cgil

Gli immigrati hanno rivendicato alcune istanze per le quali da tempo attendono una risposta.
In primis hanno sottolineato il disagio legato alle lungaggini per l’estensione del permesso di soggiorno. La vicenda, già segnalata a livello nazionale, in provincia di Avellino vive ulteriori difficoltà in quanto le cooperative che gestiscono l’accoglienza non hanno mai fornito alcuna indicazione per i permessi di soggiorno.

“Molti immigrati – afferma Antonio Famiglietti, segretario organizzativo della camera del Lavoro di Avellino – sono allo oscuro di ogni informazione necessaria all’ottenimento della proroga dei permessi. Altri, invece, si sono visti bocciare l’istanza e temono di essere raggiunti da un imminente decreto di espulsione. Abbiamo chiesto di fornire agli immigrati le necessarie informazioni e di procedere con maggior cautela alla valutazione dell’istruttoria, poiché, spesso, la bocciatura deriva proprio da compilazioni inesatte delle istanze”.

Altro aspetto preso in esame nel corso dell’incontro la questione dei pasti forniti agli immigrati di religione musulmana che in questo periodo osservano il digiuno imposto dalla loro religione.
Sebbene i criteri per l’aggiudicazione degli appalti prevedano il rispetto delle usanze religiose, tra cui appunto il digiuno nelle ore diurne, le cooperative non si adoperano per rispettare tale dettame.

“Gli immigrati musulmani – continua Famiglietti – secondo capitolato hanno diritto ad un pasto fornito nelle ore serali, ed invece risulta che dopo il termine del digiuno, le cooperative si limitano a fornire solo poche buste di latte per molte persone. Oltre a venir meno ad un obbligo siglato nel capitolato, le cooperative determinano uno stato di tensione nelle strutture da loro gestite, mettendo gli immigrati nella condizione di non poter rispettare gli obblighi imposti dalla loro religione. Ciò non contribuisce certamente ad alleviare la tensione legata alla permanenza sul territorio irpino e pertanto abbiamo chiesto una immediata verifica del rispetto delle norme contrattuali per le quali le cooperative si sono aggiudicate gli appalti”.

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