Volevano fuggire dall’Irpinia, tornare a Napoli. “Vogliamo andare a Roma, a Napoli. In città ma non qui. Dove siamo? Qui non c’è niente”. Lo hanno detto in un inglese approssimativo, appena arrivati in provincia di Avellino. O meglio, tra il casello di Lacedonia e un centro di accoglienza lontano sette chilometri. E’ una situazione ancora poco chiara.
Un gruppo di profughi africani è giunto nella notte a Bisaccia, questo è sicuro. Il giorno prima gli immigrati erano sbarcati a Salerno. Arrivati con un pullman in Irpinia, si diceva. Erano ventisette. Sono stati portati in un centro da chi gestisce una casa d’accoglienza. Non è un centro Spraar ma è comunque una struttura riconosciuta dalla Prefettura. Che in questo periodo ha chiesto a privati cittadini, tramite i Comuni, di farsi carico dell’emergenza sbarchi. Anche in Campania. Il problema è che su ventisette migranti, sono rimasti nella struttura soltanto due. Gli altri hanno iniziato a protestare appena hanno visto il luogo, il paese. Di notte, nel nulla. Qualcuno si è dileguato all’arrivo delle forze dell’ordine che comunque erano state allertate alle prime proteste degli stessi profughi. Qualcuno è tornato a Napoli ma non è ancora chiaro come abbia fatto. Altri sarebbero ancora in giro tra il Formicoso, cinque o sei. Verso Vallata, o chissà dove.
A differenza di quello che potrebbe sembrare, non ci sono interventi da parte dei Carabinieri. In altre parole, nessuna notizia di reato.
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