“Nella bozza del Progetto Pilota manca la parola ambiente”. Ecco perché questa mattina a Calitri il sindaco Michele Di Maio ha messo in piedi un forum su Ambiente e Progetto Pilota al quale hanno preso parte amministratori, comitati, consiglieri regionali, parlamentari e il vice presidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola.
“Negli ultimi mesi è maturata, grazie ai comitati e a soggetto come il Gal Cilsi impegnato nel Contratto di Fiume, la consapevolezza che l’ambiente sia una risorsa anche qui. Oltre all’impegno di sindaci e comitati però, ora serve una presa di posizione politica chiara della Regione. L’allerta è massima – ha dichiarato introducendo i lavori il primo cittadino calitrano – Chiediamo la sospensione delle autorizzazioni per l’eolico fino all’approvazione del Pear. Sarebbe un importante risultato politico. Ma il Progetto pilota da solo non basta – ha concluso – serve occupazione, serve intervenire subito sui lotti e i capannoni vuoti delle aree industriali. Qui a Calitri siamo al 10% dell’occupazione prevista”.
Eolico, acqua, industria, Progetto Pilota: tutti temi che toccano la discussione sulla sperimentazione della strategia per le aree interne in corso in Alta Irpinia. Ma la sensazione che a Calitri questa mattina si sarebbe parlato di tutto, forse persino di troppo, è stata chiara sin dagli esordi. Non senza malumori.
C’ha pensato poco dopo Gerardo Vespucci, preside del locale istituto “Maffucci”, a inserire nel calderone anche la scuola. “Smettete di fare chiacchiere – ha detto rivolgendosi ai politici a vario titolo presenti all’ex Casa dell’Eca – e dateci le possibilità per creare lavoro a partire dalle scuole. La Fiera di Calitri, ad esempio, può essere un centro di formazione permanente. Un’altra si potrebbe avere al Goleto“.
Ancora una volta da Calitri arriva un messaggio chiaro: tra comuni, tra amministratori, nella classe dirigente irpina, si fa fatica a trovare punti di sintesi. Forse perché non ci si riconosce reciprocamente come interlocutori; forse perché dato un tema, spesso si divaga. “Diteglielo che di tutto stanno parlando tranne che di ambiente”, il commento a margine rubato a un perplesso Rocco Miele. Lui, che della battaglia ambientalista contro la discarica del Formicoso è stato un protagonista, a Calitri era venuto per chiarirsi le idee su come la Regione ha intenzione di tutelare l’ambiente in Irpinia d’Oriente, non per le polemiche.
Dal vicepresidente Fulvio Bonavitacola un intervento che prova a mettere insieme più discorsi. “Ci sarà tempo per integrare il progetto pilota e come Regione daremo il nostro contributo. E’ nostra intenzione creare sinergie partendo dall’amministrazione regionale per correggere le brutture ed esaltare le bellezze. Ribaltando lo schema degli ultimi anni che ha visto un predominio delle zone costiere». Quattro punti per l’Irpinia. «Tutela delle acque e dei bacini – dice Bonavitacola -. I territori non possono pensare di vendere il bene ma è necessario che vengano adeguatamente ricompensati con strumenti di difesa del suolo. Poi vedo la Campania delle piccole identità. No a un calderone. Ci si deve distinguere e differenziare. Per l’Alta Irpinia – qui il collegamento con Iavarone – vedo un bio-distretto che coniughi sviluppo economico e naturalistico. No assoluto alle trivellazioni, l’eolico è certamente un tema da affrontare. Ma questo territorio merita». E poi il suo pallino. La Avellino-Rocchetta. Altro punto cardine di sviluppo, su cui però non è chiaro quanto vada investito e chi debba investire.