Matteo Renzi lascia il Partito democratico per fondare una “cosa nuova” e anche in Irpinia le prossime settimane saranno cruciali per capire chi lo seguirà abbandonando la famiglia dei dem. La scissione, subdorata da mesi, sarà palese e compiuta in occasione della Leopolda, tra poche settimane quando il nuovo soggetto al quale lavora l’ex premier ed ex segretario Pd prenderà ufficialmente forma. Per il momento alcuni degli storici renziani nazionali, come Luca Lotti o il sindaco di Firenze Dario Nardella, resteranno nel Pd. Altri, come le neo esponenti del Governo Teresa Bellanova e Anna Ascani hanno già annunciato l’uscita dal partito di Zingaretti. Lo stesso vale per Roberto Giachetti.
In Irpinia sarà interessante capire chi imboccherà la via del centrismo assieme al leader fiorentino. Renziani della prima ora da queste parti furono l’ex deputato Luigi Famiglietti e l’attuale dirigente della Regione Campania Roberta Santaniello, la quale ha sostenuto Giachetti all’ultimo congresso, ma si è anche molto legata al governatore Vincenzo De Luca in questi anni. Una sua scelta pro-Renzi sarebbe interessante anche in ottica Regionali. Renziano della seconda ora fu l’ex senatore Enzo De Luca con il mondo a lui prossimo, a partire da uno dei sindaci delle comunità di maggior peso della provincia, Michele Vignola di Solofra. Ma quest’ultimo pochi giorni fa era a Cortona con Dario Franceschini, principale sponsor dell’accordo Pd-M5S per il governo del Paese. Servirebbe una giravolta ardita perché Area dem finisca nuovamente con Renzi. Nel periodo di massima popolarità dell’ex segretario nazionale erano stati renziani pure i Giovani Turchi (oggi area Orfini) che in Irpinia facevano riferimento all’ex parlamentare Valentina Paris, così pure la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio che all’ultimo congresso ha sostenuto Maurizio Martina e che si è quasi sempre mossa in continuità con le scelte del governatore salernitano. Il quale però potrebbe da qui a poco trovarsi a fare i conti con un Pd pentastellato intenzionato a replicare l’intesa nazionale a livello regionale, con l’evidente conseguenza di una sua non ricandidatura a Palazzo Santa Lucia. E renziano era stata anche tutta l’area che ruota attorno al deputato sannita Umberto Del Basso De Caro, mozione Martina anche lui al congresso nazionale dello scorso marzo. Abbastanza improbabile cambi di casacca al momento.
Infine, era stato renziano pure l’ex parlamentare Angelo D’Agostino. L’imprenditore avellinese, dopo la non rielezione, si è dedicato soprattutto alle sue aziende e alla politica locale, ma c’è curiosità per quello che potrebbe decidere di fare alla luce del nuovo contesto. In tal senso, è interessante la tempestività con la quale già questa mattina il sindaco di Montella Rino Buonopane, iscritto al Pd (di cui è stato fino a pochi mesi fa vicesegretario provinciale), ma da sempre vicino a D’Agostino, abbia voluto sottolineare con una nota stampa la sua “attenzione alle ragioni che in queste ore hanno portato Matteo Renzi a prendere la decisione sicuramente sofferta di lasciare il PD”. Potrebbero guardare a Renzi inoltre centristi rimasti orfani di un partito, come i consiglieri regionali Maurizio Petracca e Enzo Alaia, o delusi provenienti da un centrodestra sempre più a trazione leghista.