In Italia ci sono poche donne nelle giunte comunali. In provincia di Avellino pochissime. La legge Delrio è un flop secondo l’analisi de “Il Sole 24 Ore”. La riforma che tra poco avrà due anni di vita prevede che “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3000 abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico”. Un obbligo che però obbligo non è, almeno nei fatti.
In Italia
“Qui – scrive il quotidiano di Confindustria – il numero delle assessore è del 32% nei comuni fino a 15 mila abitanti, del 33,6% in quelli con popolazione superiore. Le sindache sono 1.050 su 7.823 comuni, pari al 13,4% , come risulta dall’anagrafe degli amministratori del ministero dell’Interno. Prima del 2014 la presenza femminile, però, nelle giunte locali raggiungeva appena il 19,5 per cento”.
L’Irpinia “blu”
Vero che la riforma è entrata in vigore quando molti dei principali comuni erano già andati al voto. Ma la fotografia resta comunque impietosa. Avella, che torna alle urne quest’anno, non ha un assessora. Come Baiano del resto. E rosa assente anche a Caposele, Flumeri, Fontanarosa, Manocalzati, Serino, Rotondi, Sturno. A Pratola Serra la percentuale è del 17%. Ad Aiello del Sabato e Lioni la percentuale è del 20%. Come a Volturara e Frigento. Poco più su Calitri, Nusco (25%) e Avellino (29%).
L’Irpinia “rosa”
Sant’Angelo dei Lombardi ha invece un sindaco donna, Rosanna Repole. E un’assessora, Pina Castellano. Vicinissimi alla quota del 40% Ariano Irpino, Montoro, Atripalda (33%). Più facile rispettare la quota rosa nei centri più grandi? Probabile. Intanto però sui 118 comuni della provincia le sindache sono presenti soltanto a Montefalcione, Villamaina, Greci, Santa Lucia di Serino (e Sant’Angelo).
Montella ha ben tre donne in giunta. Genoveffa Pizza, Virginia Della Polla e Generosa Clemente. Due invece a Mirabella Eclano: Agnese Vietri e Raffaella D’Ambrosio.